All’inizio c’è un’idea: per la scienza come per l’arte, tutto parte da un’intuizione, da un pensiero.
E quell’idea proviene, in entrambi i casi, dall’osservazione della realtà.

Da un lato ci sono la fisica, la chimica, le scienze naturali e le altre discipline scientifiche, che guardano al mondo e cercano di descriverne le caratteristiche, le interazioni fra i suoi elementi, le loro trasformazioni nel tempo, dal passato all’oggi, alle evoluzioni future. Dall’altro, l’espressione artistica, nelle sue forme molteplici, restituisce un’immagine e un’interpretazione della realtà attraverso lo sguardo soggettivo di chi crea. Punti di vista complementari, arte e scienza sono espressione della stessa spinta umana a comprendere la realtà ma anche linguaggi diversi per descrivere la natura e le sue manifestazioni.

Diversi ma tutt’altro che incompatibili: tanto che il senso estetico che caratterizza l’arte si ritrova talvolta nel tentativo di chi fa scienza di rintracciare una simmetria, un ordine, una regolarità in ciò che descrive. E tanto che la scienza, con le sue macchine e i suoi strumenti, con le sue formule e le sue parole così apparentemente diverse da quelle dell’arte, ne diventa invece fonte d’ispirazione. Nascono così residenze artistiche e bandi aperti agli artisti perché possano creare nuove opere d’arte nei luoghi e sui temi della scienza, immergendosi nell’ambiente scientifico e entrando in contatto con la sua comunità.

I saperi si intrecciano e si scambiano. Si ritrovano punti di contatto in un immaginario comune e in una comune curiosità, in una comune tendenza verso il pensiero astratto e creativo, il luogo dove nascono le idee.

[Redazione]