Sempre di più

Luca Ralli
11 Febbraio 2022
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Un gruppo di donne scienziate insieme

Oggi le donne che lavorano nella ricerca scientifica sono ancora in numero inferiore rispetto agli uomini e raggiungono più raramente un elevato livello di responsabilità, ma sono sempre di più.

Se si ripercorre la storia della scienza si trovano, spesso nascoste, molte donne che, seguendo la loro passione con tenacia, hanno raggiunto importanti traguardi; ancora di più sono le donne che hanno dato contributi fondamentali senza che il loro nome venisse ricordato o che si sono occupate di lavori al confine tra la scienza e i campi tradizionalmente considerati più “femminili”, come l’illustrazione scientifica, la scrittura o l’insegnamento. Ma la maggior parte delle donne che non sono emerse agli onori della cronaca nella storia della scienza sono donne che sarebbero potute diventare scienziate e non hanno avuto la possibilità di abbattere le barriere imposte dalla cultura, dalla società, dalla famiglia, dalla legge. 

Oggi le donne che lavorano nella ricerca scientifica sono ancora in numero inferiore rispetto agli uomini e raggiungono più raramente un elevato livello di responsabilità, ma sono sempre di più. 
Secondo i dati Eurostat, nel 2020 in Europa il 41% delle persone che lavorano nella scienza sono donne, in Italia questa percentuale scende al 34%; ma guardando gli ultimi 10 anni in Italia e in Europa questa percentuale è cresciuta, nel 2011 in Europa le scienziate erano circa il 39% e in Italia il 32%. 

I progressi sulla parità di genere nell’università e nella ricerca scientifica ci sono stati, ma c’è ancora molta strada da fare perché tutte le potenziali scienziate abbiano l’opportunità di scoprire e di seguire il loro interesse. E la scienza stessa ha bisogno che le sia data l’opportunità di contare sull’eccellenza delle donne, oltre che su quella degli uomini. 

[Redazione]