Spazi culturali fuori e dentro la fisica

Francesca Scianitti
7 Luglio 2021
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Nelle parole di Antonio Zoccoli, il nuovo progetto dell’INFN Collisioni.infn: uno spazio di incontro con il pubblico, il mondo della scuola, le istituzioni culturali e gli altri enti di ricerca, dedicato alle iniziative culturali dell’INFN e al dialogo tra la fisica e le altre espressioni del sapere.

A  partire da luglio 2021, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare presenta un nuovo spazio web dedicato alle iniziative di incontro con il pubblico e al dialogo tra la fisica e le altre espressioni del sapere. Strutturato in sezioni rivolte al pubblico, al mondo della scuola, alle istituzioni culturali e al mondo della ricerca, Collisioni.infn – Spazi culturali all’Istituto di Fisica Nucleare propone, con aggiornamento quotidiano, le iniziative di coinvolgimento del pubblico, ideate e organizzate dall’INFN. In particolare mostre, eventi, partecipazioni a festival e a spazi espositivi, progetti di didattica informale, iniziative ideate per i social media.

Ricco di rimandi alle risorse video e multimediali sviluppate dall’INFN per il pubblico, Collisioni.infn costituisce inoltre un’occasione di approfondimento e aggiornamento personale, utile in particolare per gli studenti e i docenti, oltre che per il pubblico interessato di qualunque età. Apre il sito una sezione editoriale, una finestra di raccordo tra i diversi linguaggi utilizzati per lo sviluppo di eventi, mostre, installazioni e prodotti multimediali. Iniziative che l’INFN progetta in collaborazione con artisti e nel dialogo con il patrimonio di conoscenza delle discipline umanistiche e di altri campi della scienza. 

Abbiamo chiesto al presidente dell’INFN, Antonio Zoccoli, di delineare obiettivi, valori e aspettative connessi a questo nuovo progetto di comunicazione. 

Con quali obiettivi un ente di ricerca che si occupa di fisica di base promuove iniziative dedicate all’interculturalità?

Nell’attuale fase storica, la cui complessità è acuita dalla pandemia, è quanto mai importante che la conoscenza sia riportata al centro della vita sociale, e non solo in riferimento alla scienza. È essenziale che sia restituita centralità a tutte le fonti del sapere. In questo contesto, il nuovo sito dedicato alle attività culturali dell’INFN si pone l’obiettivo di offrire al pubblico, di qualunque età o formazione, un portale della conoscenza dedicato al dialogo tra la scienza e le altre culture.

Come comunità di ricerca abbiamo acquisito un vasto patrimonio di conoscenza scientifica specifica, che ha tuttavia risvolti in numerosi altri settori della sfera creativa e intellettuale. Dai più immediati, come l’ambito tecnologico, ai più inaspettati, come l’arte, il pensiero filosofico e la cultura umanistica.

L’auspicio è che questo spazio web contribuisca a sensibilizzare tutte le componenti sociali. Che sia l’occasione per entrare in contatto e conoscere non solo i contenuti e i modi della ricerca scientifica, ma anche le sue interconnessioni con gli altri ambiti del sapere. In generale, mi auguro che possa contribuire a facilitare l’acquisizione di conoscenze. Un’attenzione particolare sarà dedicata alla comunicazione con i giovani. È un obiettivo che perseguiamo innanzitutto perché le nuove generazioni daranno forma al futuro e, in seconda battuta, perché ci auguriamo che la passione per la ricerca possa fare breccia e che qualcuno voglia intraprendere il viaggio insieme a noi.

 Che significato attribuisce alla parola conoscenza?

La conoscenza è l’esisto della nostra curiosità verso ciò che ci circonda ed è al tempo stesso lo strumento per indagare ulteriormente i risvolti della realtà e la sua complessità. In questo senso la conoscenza ha un carattere profondamente unitario, sebbene si articoli secondo diverse sfaccettature. I campi in cui siamo abituati a classificare il sapere sono fortemente connessi e interdipendenti. Per questo, nella storia, l’evoluzione del pensiero filosofico, dell’arte e della scienza sono andati sempre di pari passo.

È importante far emergere e valorizzare le connessioni tra le diverse forme del sapere. E non solo per il piacere di una conoscenza più piena, ma perché ampliare la prospettiva e uscire dal proprio ambito culturale facilita la creatività e l’ingegno, anche nel proprio campo.

 Che cosa ostacola, oggi, la condivisione della conoscenza con il pubblico?

I modi del vivere contemporaneo affondano le radici nella conoscenza scientifica e tecnologica. Il benessere di cui godiamo è dovuto soprattutto alle conquiste della scienza in tutti gli campi e agli sviluppi della tecnologia, che hanno cambiato radicalmente le nostre abitudini e continuano a farlo a velocità crescente. Nonostante questo, molte persone tendono a diffidare della scienza e persino della tecnologia, pur essendone dipendenti. È un fatto paradossale. Un modo per contrastare questa tensione al pensiero antiscientifico è far sì che i metodi, i risultati e i risvolti positivi del fare scienza tornino a essere protagonisti. Tra questi, i benefici sociali delle conquiste della scienza, ma anche l’efficacia dell’approccio scientifico per interpretare la realtà in cui viviamo e il modo in cui ci relazioniamo con essa.

Una buona relazione con la scienza, il suo metodo e il suo linguaggio è il primo passo verso la libertà che consegue al saper fare scelte consapevoli.

Qual è il ruolo degli scienziati nella comunicazione pubblica della scienza?

In quanto protagonista del mestiere della ricerca e dei suoi contenuti, lo scienziato è probabilmente l’interlocutore più autorevole per instaurare un dialogo diretto con il pubblico sui temi della scienza.

Non voglio fare torto al fondamentale ruolo dei mediatori, comunicatori scientifici e divulgatori, professionisti nella progettazione degli strumenti, nell’innovazione dei linguaggi e nel dialogo con i media. Ma lo scienziato è riconosciuto dal pubblico come il narratore diretto più credibile: conosce a fondo i contenuti e rappresenta istituzioni scientifiche di alto valore. Inoltre, ha la possibilità di trasmettere la passione che anima l’attività di ricerca di cui è protagonista. Questo non significa che ogni scienziato sia necessariamente capace di instaurare un canale di comunicazione con il pubblico. È necessario sviluppare il linguaggio appropriato, semplice e incisivo, nel rispetto del rigore che la scienza impone, ma anche saper trasmettere le emozioni e la passione per il fare ricerca.

La comunità scientifica conta al suo interno scienziati carismatici, capaci di comunicare per indole, e altri che dovranno probabilmente fare qualche sforzo in più. Alcuni, purtroppo, ritengono sbagliando che il compito dello scienziato sia esclusivamente quello di fare ricerca e che la comunicazione del proprio lavoro e dei suoi risultati sia una perdita di tempo. Al contrario, comunicare è una missione imprescindibile, un dovere nei confronti della società. Senza contare il beneficio personale. Trovare il modo di raccontare qualcosa di complesso, come sono molte delle idee della fisica, consente sempre di osservare la propria conoscenza da una prospettiva diversa e di coglierne aspetti che forse non avremmo mai visto.

Se dovesse esprimere un desiderio, anche ambizioso, da affidare a questo spazio web e ad altre iniziative di comunicazione della scienza?

Che nel prossimo futuro, i bambini guardino lo scienziato con la stessa ammirazione che nutrono per il calciatore, il cantante, l’attore. In generale, l’ambizione della gran parte dei bambini verso la scienza non è confrontabile con quella per il calcio e per lo spettacolo. E questo deve essere argomento di riflessione da parte della comunità scientifica, delle istituzioni e della scuola.

La responsabilità è certamente nel bagaglio di valori che noi adulti trasmettiamo, nei diversi modi in cui lo facciamo. Siamo forse incapaci di sollecitare la curiosità scientifica e la voglia di conoscere attraverso lo studio. Sebbene faticosa, la preparazione scientifica garantisce quasi sempre una carriera duratura e dinamica, non solo nella ricerca. Se questa idea non è condivisa dai ragazzi, la responsabilità risiede probabilmente al modo in cui parliamo di scienza ai bambini, a scuola e in famiglia, e nella carenza di un’offerta dedicata ed efficace in tv, sui nuovi media e sul web.

Dal 1° giugno ha assunto l’incarico di Presidente della Consulta dei Presidenti degli Enti pubblici di Ricerca. Che ruolo può avere la Consulta nella sfida per il rilancio del valore della conoscenza?

La Consulta dei Presidenti degli Enti pubblici di Ricerca [CONPER, ndr] ha un ruolo strategico, a livello nazionale. Ha il compito di supportare il Governo nel promuovere, sostenere e rilanciare le attività nel settore della ricerca e di formulare proposte per la redazione, l’attuazione e l’aggiornamento del Programma Nazionale della Ricerca. La responsabilità di questo incarico è ancora più sentita ora che abbiamo davanti a noi una sfida importantissima. Dal punto di vista strategico, il Piano Nazionale di Ripartenza e Resilienza è un’opportunità unica per il rilancio del nostro Paese. La ricerca deve fare la sua parte, con impegno e serietà, creando sinergie per mettere a frutto nel modo migliore le risorse che saranno investite.

I Presidenti degli Enti pubblici di Ricerca hanno d’altra parte un’altissima responsabilità anche a livello culturale. È nelle loro mani, e in quella delle istituzioni che rappresentano, oltre che nelle mani del mondo della scuola e dell’università, la possibilità che si instauri una sempre più consapevole coscienza pubblica in materia di scienza.

In generale, il valore attribuito collettivamente alla cultura e al pensiero scientifico è responsabilità di chi progetta e attua le strategie per la ricerca scientifica, in tutti in campi della scienza.

“Incontri” è l’appuntamento editoriale di Collisioni.infn, dedicato al dialogo con i testimoni dello scambio interculturale tra la comunità scientifica, in particolare l’INFN, e il mondo culturale nel suo insieme.