Dalle finestre del Big Bang Bar lo spettacolo è insolitamente breve, di gran lunga più breve di un battito di ciglia. Chi ha avuto la fortuna di trovarsi al momento giusto al bancone del bar a sorseggiare una bibita racconta di avere assistito a un’espansione rapidissima. In men che non si dica, da un punto appena percettibile ha preso forma lo spazio e il tempo ha iniziato a scorrere. Nessun lampo di luce, nessun botto, contrariamente a quanto si creda. Non un testimone che abbia visto o sentito alcunché. Eppure, nessuno dei presenti saprebbe rappresentare l’avvenimento in altro modo se non come una grande esplosione luminosa.
Che cosa fosse quel punto – concetto caro ai matematici ma molto poco fisico, a dire il vero – non si sa. Che cosa ci fosse prima è qualcosa che un fisico non oserebbe mai chiedersi. In quanto al fortunato spettatore, non ha mai smesso di domandarsi come tutto questo sia potuto accadere. Che in seguito a quell’istante infinitesimo, nei secondi, anni e miliardi di anni a seguire, abbiano avuto origine la luce, le stelle, i pianeti, le galassie, la Terra, noi stessi, ha dell’incredibile. Ma grazie a strumenti e conoscenze sempre più avanzate, abbiamo ricostruito le fasi successive a quell’avvenimento. Oggi sappiamo molto sulla formazione della materia, dalle piccolissime particelle che costituiscono gli atomi alle gigantesche strutture cosmiche e siamo sempre più vicini al tempo zero dell’universo, ammesso che sia esistito davvero.
[Redazione]