Onde nell’universo

Luca Ralli
22 Gennaio 2024
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rappresentazione artistica delle onde gravitazionali

Nate nelle profondità del cosmo, provocate dalla fusione di buchi neri o di stelle di neutroni, le onde gravitazionali arrivano sulla Terra con effetti quasi impercettibili, tanto che Einstein stesso pensava che mai saremmo riusciti a vederle. Solo tecnologie molto avanzate come gli interferometri LIGO e VIRGO ci hanno permesso di rivelarle. Il futuro Einstein Telescope aprirà una finestra su un volume di universo mille volte più grande di quello in cui abbiamo sbirciato finora, portandoci indietro nel tempo quasi fino al Big Bang.

Nei luoghi più remoti dell’universo, nelle stelle più lontane esplose miliardi di anni fa, dove il tempo scorre più lentamente rispetto al tempo qui sulla Terra, hanno origine fenomeni che non smettono di svelarci sempre nuovi segreti sull’universo e il suo passato.

Einstein ha descritto l’universo come un tessuto elastico, lo spaziotempo, deformato dalle masse degli oggetti celesti e perturbato dal loro movimento accelerato: quanto più una massa è grande tanto più la deformazione e la perturbazione sono intense. Corpi celesti eccezionali, come i buchi neri, arrivano anche a rallentare il tempo quasi fino a fermarlo e a incurvare lo spazio rendendo irresistibile l’attrazione gravitazionale che esercitano sugli altri corpi. Eppure, le onde gravitazionali, le increspature provocate nello spaziotempo da eventi straordinari che coinvolgono corpi celesti giganteschi, sono debolissime.

Nate nelle profondità del cosmo, provocate dalla fusione di buchi neri o di stelle di neutroni, le onde gravitazionali si propagano indisturbate alla velocità della luce, arrivando sulla Terra con effetti quasi impercettibili, tanto che Einstein stesso pensava che mai saremmo riusciti a vederle.

Invece, strumenti eccezionali, come gli interferometri LIGO e VIRGO, ci hanno permesso di rivelare il loro passaggio portando al Premio Nobel per la Fisica del 2017. Ma per guardare sempre più lontano nel tempo, per svelare i misteri dell’origine e dell’evoluzione dell’universo e comprendere i destini possibili a cui esso va incontro, sarà necessario realizzare tecnologie e strumenti sempre più grandi e sensibili. Einstein Telescope è il progetto internazionale che ha l’obiettivo di realizzare in Europa un rivelatore di onde gravitazionali di terza generazione, che dal sottosuolo, a 200 metri di profondità, ascolterà la voce profonda dell’universo. Il futuro rivelatore di onde gravitazionali dovrà essere immerso in un ambiente silenzioso, lontano da rumori sismici e antropici: l’ex miniera di Sos Enattos, nella Barbagia, in Sardegna, è un luogo ideale ed è il luogo che l’Italia ha scelto di candidare come sede dell’Einstein Telescope.

Grazie alle tecnologie all’avanguardia e all’impegno e alla collaborazione tra decine di Paesi, centinaia di istituzioni scientifiche, migliaia di scienziati e scienziate, Einstein Telescope aprirà una finestra su un volume di universo mille volte più grande di quello in cui abbiamo sbirciato finora, portandoci indietro nel tempo quasi fino al Big Bang.

[Redazione]