Con arte e con scienza

Il tempo si racconta

Che cosa hanno in comune arte e scienza? In entrambi i casi, i processi che chiamiamo “creativi” sembrano connessi alla capacità di “vedere” forme, strutture e relazioni da una prospettiva inedita e inattesa. Entrambe si fondano su percorsi di conoscenza e interpretazione della realtà che poggiano su conoscenze acquisite in precedenza, in molti casi da altri scienziati o artisti, e su un intenso lavoro d’indagine e di ricerca, oltre che sull’immaginazione e l’intuito.

È proprio il rapporto tra arte e scienza il tema della conferenza spettacolo Con arte e con scienza. Il tempo si racconta: filo conduttore è il tempo, che guida le fasi evolutive del nostro universo, ma anche l’attesa paziente del ricercatore che indaga la realtà, e la vita dell’uomo che della produzione artistica e scientifica è il protagonista.Conducono il racconto Pierluigi Paolucci, ricercatore dell’INFN e del CERN, ideatore del progetto per le scuole Art&Science Across Italy, Fernando Ferroni, professore al Gran Sasso Science Institute e ricercatore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN e Alice Visentin, giovanissima pittrice che porta il pubblico alla scoperta del processo creativo e del suo lavoro sulla rappresentazione artistica del tempo. Accompagnano il viaggio, i racconti di Dino Buzzati e di Bill Bryson, per voce dall’attrice Maria Giulia Scarcella, le animazioni dell’illustratore Luca Ralli e la brillante conduzione dei giornalisti di Radio Rai Caterpillar Massimo Cirri e Sara ZambottiCon arte e con scienza è andato scena il 14 maggio al Cinema Teatro Acacia di Napoli , a conclusione della III edizione del progetto INFN e CERN Art & Science across Italy, dedicato ad avvicinare alla scienza ragazzi e ragazze delle scuole secondarie attraverso il linguaggio dell’arte.  Alla III edizione hanno partecipato, realizzando opere d’arte a tema scientifico, più di 6.000 studenti tra i 16 e i 18 anni, che si contendono 24 borse di studio per un master al CERN. Le opere vincitrici delle tappe locali saranno esposte al MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli fino al 30 maggio.