L’Universo a portata di mano. Spazi interattivi per pensare

25 Giu 2011 - 10 Lug 2011
Condividi

Un percorso multisensoriale in cui si susseguono videoinstallazioni artistiche che invitano il visitatore a toccare con mano i misteri dell’Universo. 

Nella cornice del 54esimo Festival dei Due Mondi di Spoleto, la mostra interattiva L’Universo a portata di mano. Spazi interattivi per pensare nasce dalla collaborazione tra L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e la Fondazione Sigma-Tau.  L’allestimento propone un percorso multisensoriale, una vera e propria passeggiata interattiva, in cui si susseguono videoinstallazioni artistiche che invitano il visitatore a toccare con mano i misteri dell’Universo. Sovvertendo l’interpretazione della realtà del senso comune la fisica del XX secolo ha, infatti, reinventato le idee di spazio, tempo e materia costringendoci a guardare e interpretare l’Universo in cui viviamo in un modo del tutto nuovo. L’allestimento realizzato per il 23esimo SpoletoScienza, organizzato da Fondazione Sigma Tau e ospitato a Palazzo Collicola – Museo Carandente, mette in scena alcuni dei concetti fondanti della fisica contemporanea cercando nella suggestione e nel coinvolgimento diretto con lo spettatore un nuovo linguaggio in cui si mescolano scienza, video arte e interaction design.

L’Universo a portata di mano si compone di cinque videoinstallazioni: Spazio e Tempo curvi, Fai le collisioni, Svela l’invisibile, L’espansione dell’Universo, La doccia cosmica. L’istallazione Spazio e Tempo curvi, ad esempio, riproduce su un grande schermo il reticolo in cui si intrecciano le dimensioni dello spazio e del tempo e reagisce alla presenza dello spettatore modificandosi. Il visitatore ha così diretta esperienza di come spazio e tempo non siano in realtà stabili e assoluti ma possano mutare se influenzati dalla materia o da forze gravitazionali.  Fai le collisioni è invece un’installazione che permette di riprodurre in diretta gli scontri tra particelle che avvengono nel più grande esperimento del mondo, LHC, l’acceleratore di particelle che si trova al Cern di Ginevra e a cui lavorano centinaia di fisici italiani.